Il governo messicano, guidato dalla presidente Claudia Sheinbaum, intende costituzionalizzare il divieto sulle sigarette elettroniche e sui vaporetti entro la fine dell'anno. Sebbene la mossa sia guidata da preoccupazioni per la salute pubblica, fa sorgere timori sul suo potenziale impatto sul già crescente mercato nero controllato da potenti gruppi criminali, come il cartello di Sinaloa e il cartello di Jalisco New Generation.
Un divieto definitivo nella Costituzione messicana
Attualmente, le sigarette elettroniche si trovano in una zona grigia in Messico, dove i precedenti divieti sulla loro importazione e vendita sono stati contestati in tribunale. Integrando questo divieto nella Costituzione, il governo garantirebbe un quadro giuridico definitivo per l’intero territorio. Con un ampio sostegno popolare alle elezioni di giugno, il partito Morena, al potere, detiene una maggioranza qualificata che gli consente di modificare la Costituzione secondo le sue priorità politiche.
Con circa 1,7 milioni di utenti messicani di vapore, la domanda continua a crescere. Il divieto sembra avere scarsi effetti sulla riduzione di questo consumo, diviso in due mercati distinti: quello dei prodotti di svapo importati legalmente, venduti a prezzi più alti nei punti vendita formali, e quello dei vaporizzatori a buon mercato, venduti in modo informale, spesso da venditori ambulanti.
Un lucroso mercato nero controllato dai cartelli
Secondo il giornalista Óscar Balderas, circa il 90% dei prodotti di svapo venduti in Messico provengono dal mercato nero, un settore in gran parte dominato dalla criminalità organizzata. Questi vaporizzatori economici vengono importati da paesi come Cina, India e Bangladesh, spesso attraverso l'America Centrale, dove le tangenti facilitano il loro passaggio verso la capitale messicana, prima di essere distribuiti nel resto del paese.
Si dice che questo mercato nero rappresenti quasi 5 miliardi di pesos all'anno (circa 200 milioni di sterline o 260 milioni di dollari), una manna finanziaria per i cartelli, che lo usano per finanziare armi e mantenere il loro potere. Inoltre, questa industria informale è accompagnata da un aumento della violenza, con gruppi criminali che non esitano a punire coloro che tentano di vendere prodotti senza la loro autorizzazione.
In assenza di qualsiasi regolamentazione, la composizione di questi prodotti di contrabbando è spesso incerta e pericolosa. Le analisi hanno rivelato la presenza di sostanze tossiche, come il mercurio, nei vaporizzatori economici venduti per strada, esponendo i consumatori a gravi rischi per la salute. E poiché questi gruppi non pagano le tasse, è il sistema sanitario pubblico che deve farsi carico dei costi delle malattie associate.
Un divieto che rischia di aggravare i problemi
Il piano per vietare i vaporizzatori nella Costituzione potrebbe effettivamente rafforzare il controllo dei cartelli sull’intero mercato dei vaporizzatori in Messico, eliminando ciò che resta dell’offerta legale. Il pericolo è che questo divieto trasferisca definitivamente il monopolio della distribuzione a gruppi criminali, alimentando così reti di corruzione e violenza già ben radicate nel Paese. “Questo mercato nero finanzia guerre, come quella che stiamo vedendo attualmente a Sinaloa”, afferma Balderas.
Anche se le motivazioni del governo si basano su legittime preoccupazioni sanitarie, alcuni specialisti, come l'accademica Angélica Ospina, sottolineano che questo divieto rischia di ritorcersi contro il suo obiettivo iniziale. I vaporizzatori sono spesso commercializzati con design e sapori attraenti per i giovani, un marketing che preoccupa le autorità. Ma per Ospina “vietare qualcosa non lo rende più sicuro, lo rende solo invisibile”.
La regolamentazione come alternativa?
Di fronte a queste preoccupazioni, alcuni esperti suggeriscono che la regolamentazione potrebbe essere una risposta migliore. Regolamentando l’industria dei vaporetti allo stesso modo di quella dell’alcool e del tabacco, imponendo tasse e limiti di età, il governo potrebbe controllare meglio la qualità dei prodotti e quindi ridurre i rischi per la salute pubblica. Inoltre, le tasse potrebbero essere destinate direttamente al sistema sanitario, contribuendo a compensare i costi delle malattie legate allo svapo.
Per Balderas la sfida è anche quella di portare il mercato dello svapo sotto controllo ufficiale, perché una volta che un settore viene assorbito dalla criminalità organizzata, diventa estremamente difficile recuperarlo. Come osserva Ospina, la questione del mercato dello svapo in Messico è complessa e rientra in una “zona grigia” tra legale e illegale, dove un approccio di riduzione del danno potrebbe rivelarsi più vantaggioso per la società.